L’immobilità del terzo millennio

Nella società di oggi, per il tipo di vita che ci propone l’era tecnologica, il normale sviluppo psicomotorio che un tempo aveva qualche possibilità di strutturarsi è ormai posto in discussione per cui si parla diffusamente di malattie ipocinetiche cioè di malattie dovute a carenza di movimento.
L’assenza totale di attività motoria porta con sé un gran numero di svantaggi dal punto di vista fisiologico e ostacola per cosi dire, la traiettoria normale della crescita e dello sviluppo organico.
Potremmo accennare all’obesità, agli inconvenienti che la stessa presenta, ai possibili difetti fisici che possono avere origine da determinate posture scorrette, alla facile disposizione alla malattia quale caratteristiche degli esseri di debole costituzione ecc.
Questi effetti nocivi conseguenti all’ipocinesi hanno riabilitato la motricità nella sua funzione primaria di mantenimento dello stato ottimale di salute, confermando la sua azione di benessere generale. Bisogna dunque favorire la diffusione, fin dalla scuola dell’infanzia e in tutte le scuole di ogni ordine e grado, delle attività motorie, pre-sportive, sportive come parte integrante del progetto educativo e come valido strumento per prevenire situazioni di disagio.
Tali attività, secondo le  più recenti acquisizioni epistemologiche, dovranno essere aggiornate e inserite in una programmazione variegata che utilizzi strumenti e metodologie innovative. 

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Un abbraccio,

Rosalba Cavarretta

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