La progettazione delle Unità di Apprendimento

Una volta programmato, nelle linee generali,  il viaggio (curricolo) che ci dovrà condurre al raggiungimento dei traguardi delle competenze disciplinari (obiettivi) e trasversali (mete) , si passa alla pianificazione degli itinerari o percorsi formativi, specificando le fasi della progettazione didattica.

Come ogni buon viaggio ciò richiede cura e quindi niente dev’essere lasciato al caso.

Di ogni classe:

1.definisco il profilo generale 

1.1.individuo  la presenza di alunni con BES che hanno il diritto di avere accesso a una didattica individualizzata e personalizzata.

Si precisa che ci sono tre categorie di alunni con B.E.S.: alunni con disabilità, per il riconoscimento dei quali è richiesta la presentazione di un’apposita certificazione; alunni con disturbi evolutivi specifici tra i quali: Disturbi Specifici dell’Apprendimento (per i quali è necessario presentare una diagnosi di DSA), deficit di linguaggio, deficit non verbali, deficit motorio, deficit di attenzione e iperattività (ADHD); alunni con svantaggio sociale, culturale e linguistico.

2.stabilisco i livelli di partenza che si verificano sulla base delle prove di ingresso e delle osservazioni sistematiche per individuare, all’interno della classe, le fasce di livello.

3. per ogni livello definisco le strategie che possono essere di recupero, di consolidamento e di potenziamento nei tre piani: motorio, (legate all’apprendimento delle capacità motorie di base) cognitivo/metacognitivo ( legate all’apprendimento e alla riflessione sulle conoscenze); emozionale/relazionale (legate al rapporto con gli altri)

4. individuo la metodologia più adatta.

Nel contesto delle nuove pratiche d’aula, come l’aula virtuale e il registro elettronico, verranno applicate le cosiddette “metodologie attive”, per meglio mettere l’alunno al centro del processo di apprendimento, stimolandolo nella sua creatività e nel suo senso di iniziativa.

Per ogni contenuto verranno scelte le metodologie più adatte adoperando le procedure tipiche dei metodi operativi, euristici-partecipativi e investigativi dove troveranno spazio diverse tecniche di conduzione della classe quali:

-la “flipped classroom” (prevede lo studio della lezione a casa, che poi viene discussa e messa in pratica a scuola);

-il cooperative learning (gli studenti lavorano in piccoli gruppi per attività di apprendimento,aiutandosi l’un l’altro e sentendosi corresponsabili del reciproco percorso ;

-il problem solving (si basa sul ragionamento strutturato e finalizzato alla risoluzione di una situazione complessa) ;

-il mastery learning (si basa sulla convinzione che tutti possano raggiungere adeguati livelli di apprendimento, indipendentemente dalle capacità possedute. I percorsi programmati rispettano il tempo di apprendimento di ogni discente e sono accuratamente personalizzati ),

-il project based learning (fondato su progetti che nascono da problemi reali per la risoluzione dei quali collaborano tutti gli studenti coinvolti). “Lavorare per progetto” chiama in causa molte competenze diverse, per cui il risultato finale è la somma di competenze tecniche, unite alla capacità di pianificazione, progettazione, condivisione del lavoro e rispetto del lavoro reciproco: in tal senso la dimensione gruppale, attraverso forme interpersonali e intrapersonali, è fondamentale nella costruzione della conoscenza.

4. scelgo i mediatori didattici (mezzi e strumenti)

Oltre agli strumenti di tipo tradizionale, si utilizzano quelli digitali che sono molteplici e si avvalgono di applicazioni web per creare documenti, presentazioni, blog, ecc. e siti web informativi per il supporto scolastico.

5. stabilisco le verifiche e le valutazioni

VERIFICHE . Nel periodo iniziale dell’anno scolastico si effettuano prove d’ingresso concordate nei Dipartimenti fissati nel mese di settembre, per valutare il grado di preparazione degli alunni/e e il possesso delle abilità di base.

Durante l’anno scolastico, periodicamente, i docenti somministrano prove di vario tipo (strutturate, semi strutturate, scritte, orali, pratiche), in funzione dei bisogni formativi degli allievi e degli obiettivi previsti dalla progettazione didattica, così da verificare il raggiungimento dei risultati attesi ed orientare di conseguenza lo svolgimento del percorso didattico-educativo. La verifica del processo didattico deve avvenire con regolarità e continuità, finalizzata anche alla tempestiva individuazione di eventuali esigenze di sostegno didattico e di recupero.

Infine la verifica finale avviene attraverso un compito di realtà che rappresenta la situazione nella quale è possibile osservare la competenza attesa.

VALUTAZIONE. La valutazione dei processi di insegnamento/apprendimento svolge un ruolo fondamentale all’interno del curricolo, sia come accertamento degli esiti di apprendimento degli alunni (valutazione sommativa), sia come regolazione delle strategie di insegnamento in relazione ai processi di apprendimento (valutazione formativa), sia come consapevolezza dell’alunno circa il suo “procedere” (valutazione autentica, autovalutazione).

In ogni caso la valutazione deve sempre avere in ogni sua fase valore di promozione dell’allievo mai di classificazione. Deve essere formativa perché dà valore a ciò che l’allievo sa fare per quanto minimo. Viene fatta attraverso osservazioni di evidenze delle competenze metodologiche e culturali cioè attraverso l’osservazione dei processi e l’accertamento mediante esercizi, prove e prodotti.

6. Infine predispongo, per ognuno dei nuclei concettuali fondanti la disciplina, precisi percorsi formativi con un titolo che specifica la finalità dell’area. Fisso lo schema all’interno di ogni itinerario partendo dalle competenze chiave e dai traguardi attesi, già individuati nel curricolo, precisando gli obiettivi formativi e gli obiettivi di apprendimento, scegliendo i contenuti da affrontare e le attività da svolgere, individuando la metodologia più adatta, scegliendo i mediatori didattici e stabilendo come e cosa valutare.

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